Un argomento scomodo: la morte.

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Senz’altro viviamo in una società che, tra i tanti tabù, ne predilige uno in particolare, sapete quale?

Un argomento scomodo: quello della morte.

Vi sarete certamente accorti che trattiamo questo tema con molto distacco e freddezza, sia in famiglia o tra amici, oppure tra colleghi di lavoro. Questo discorso sembra tocchi sempre un nervo scoperto perché riesce a creare, fin da subito, un certo fastidio misto a preoccupazione.

Parlare di morte, per noi occidentali, significa turbare la tranquillità delle persone che nella cultura imperante sono educate a ignorare lo sconveniente problema. C’è sempre qualcosa di più importante da fare, gli impegni di lavoro, la famiglia, le uscite con gli amici, coltivare hobby etc. Al di là del fatto che nessuno mette in dubbio che queste cose non siano importanti, tuttavia pare che nella nostra cultura assumano un valore assoluto.

E’ come se, essere coinvolti in varie attività quotidiane e impegni pressanti, ci esoneri dall’inevitabile appuntamento con l’evento morte.

In realtà, sappiamo bene che la vita, inesorabilmente, prima o poi, volgerà alla fine. Siamo diventati così abili nell’arte “dell’evitare seccature”, che riusciamo a trattare la cosa come se questo sfortunato episodio capiti sempre agli altri ma non a noi; ci piace crogiolarci nell’illusione che essendo costantemente affaccendati, riusciremo in qualche modo a farla franca, e sfuggire al freddo abbraccio che segnerà la nostra dipartita.

Questo peculiare approccio, ci porta dunque ad affrontare l’ultimo capitolo della nostra vita in uno stato di terrore e spavento, perché ci rendiamo conto (purtroppo quando ormai è tardi) di essere totalmente impreparati ad affrontare l’evento Morte incombente.

Solitamente, in occidente, nonostante ci siano a disposizione numerosissime testimonianze, e sono stati fatti importanti studi scientifici sui fenomeni di premorte o, meglio, l’insieme di esperienze ai confini della morte (note anche come NDE), queste informazioni se non vengono ignorate, vengono ancora viste da molte persone con uno scetticismo decisamente ingiustificato.

I soggetti che hanno vissuto tali fenomeni, una volta riprese le funzioni vitali, hanno raccontato di aver provato esperienze che risultano in buona parte connotate da numerosi elementi comuni.

Vediamo più dettagliatamente quali sono le principali dinamiche che caratterizzano le esperienze di premorte:

  • abbandono del proprio corpo con la possibilità di osservarlo dall’esterno (chiamata “autoscopia” o esperienza extracorporea), assistendo all’eventuale attività di medici e/o soccorritori intorno ad esso;
  • attraversamento di un “tunnel” buio in fondo al quale si intravede distintamente una luce;
  • raggiungimento di una sorta di “confine” in cui l’esperienza materiale si interrompe e si ha consapevolezza e timore di “tornare indietro”, verso la vita terrena;
  • sensazione di pace e serenità mai provate prima, difficilmente descrivibili con il linguaggio umano, fuori dallo spazio e dal tempo terrestre;
  • difficoltà nel descrivere la nuova realtà sperimentata, caratterizzata da luci, colori e suoni meravigliosi non riscontrabili in alcun modo sulla Terra;
  • incontro con “altri esseri”, identificati in genere con parenti o amici morti in precedenza, con i quali si comunica mentalmente, in modo istantaneo e non verbale;
  • incontro con uno o più “esseri” luminosi, rivestiti di luce bianca e comunicanti sensazioni di “amore totale”, spesso identificati sia dai credenti, sia dai non credenti come Dio;
  • “rivisitazione” della propria vita terrena (life review), comprendente anche episodi che sembravano dimenticati e relativi a momenti immediatamente successivi alla nascita. Tale rivisitazione avviene in un clima di rilettura etica delle esperienze vissute;
  • ritorno alla vita terrena accompagnato da un sentimento di rimpianto per non essere entrati o rimasti nell’aldilà, oltre al ritorno alla sofferenza fisica per il “rientro” nel proprio corpo fisico;
  • timore di riferire ad altri l’evento vissuto per paura di non essere creduti, desiderosi comunque di condividere un’esperienza estremamente preziosa e importante;
  • ritorno alla vita terrena con totale scomparsa del timore della morte, vista come il felice passaggio a una realtà superiore;
  • ritorno alla vita terrena che porta a una riconsiderazione dei veri valori della vita, con a capo l’amore verso tutti gli esseri viventi e la ricerca dell’armonia con essi.

Questi aspetti, anche se non sempre tutti contemporaneamente, ricorrono sistematicamente in ogni NDE.

Wikipedia

Esiste una vasta documentazione sui casi di premorte che statisticamente parlando non si può certamente continuare ad ignorare, se non altro per la grande quantità di casi riportati che, se dal punto di vista scientifico, possiamo ritenere vero che non esistono ancora strumenti che possano produrre prove oggettive, bisogna pur però tenere conto della statistica di testimonianze, perché la statistica costituisce inconfutabilmente un elemento importante per avvalorare la questione.

Tra i vari casi di premorte ne abbiamo trovati alcuni molto interessanti, come ad esempio quella del dottor Aben Alexander, Neurochirurgo laureato presso l’università di Harvard.

Cosa rende la sua testimonianza così interessante?

In primis, se è un rinomato Neurochirurgo a parlarne, agli occhi dei curiosi, anche quelli più scettici, la questione appare senza dubbio più credibile. Poi, l’affascinante racconto della sua esperienza di premorte, così ricca di particolari interessanti in cui descrive questo viaggio fuori dal corpo che rivela qualcosa di profondo sulla vera realtà. Il Dottor Aben Alexander viene di fatto colpito da una rara ma seria infezione di meningite, che rapidamente gli distrugge tutto il cervello riducendolo in uno stato di coma. Aben passa un lungo periodo in quello stato in cui il cervello non dà alcun segno di attività celebrale, poi però miracolosamente l’infezione regredisce. Una vota uscito dal coma, Aben non riesce a spiegare l’incredibile viaggio attraverso quella iper-realtà che come lui stesso afferma essere “assolutamente strabiliante.” Col passare del tempo, il Dott. Alexander si rende sempre più conto che tutto quello che aveva vissuto durante il coma non poteva essere solo frutto di allucinazioni prodotte da un cervello gravemente danneggiato, né tantomeno poteva essere spiegato dal punto di vista prettamente neurologico. Inizia cosi la sua fase di studio e approfondimento per comprendere la natura della coscienza.

In questo libro, Il dottor Eben Alexander, condivide la fase successiva del suo viaggio per comprendere la vera natura della coscienza. La sua sfida è parallela a un cambiamento rivoluzionario ora in corso nella moderna comprensione scientifica della natura della realtà.

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Un altro caso che ritengo qui opportuno citare, è quello della Dottoressa Mary C. Neal (non è una coincidenza se in questo articolo vi sto principalmente proponendo personalità appartenenti alla comunità scientifica).

La dottoressa Neal è un chirurgo spinale che è annegato mentre faceva kayak su un fiume sudamericano. Durante il suo tempo sott’acqua, ella sperimenta i vari passaggi tipici delle NDE tra cui le life review, ovvero rivive alcuni momenti salienti della sua vita. Questa volta, però, attraverso un livello di consapevolezza più espanso, che gli permette di capire l’impatto delle conseguenze delle sue decisioni passate. Durante questa esperienza, Mary descrive di essere in uno stato di vitalità e consapevolezza significativamente superiore a quello in cui si trovava quando si trovava nel suo corpo fisico.

Nel prossimo articolo parleremo dettagliatamente del viaggio che l’essere vivente compie dopo aver lasciato il corpo fisico, e di quali sono i passaggi che secondo la tradizione vedica devono essere affrontati. Come sempre nel caso lo riteniate opportuno, vi invitiamo ad approfondire queste tematiche per conto vostro, noi possiamo solo aiutarvi nell’orientamento della vostra ricerca augurandovi di essere sempre delle buone persone, perché, come dice un detto: “L’ignoranza ostinata in presenza di conoscenza è la misura di una persona cattiva.” Mark Passio

In altre parole, se decidiamo di ignorare deliberatamente le cose che si possono conoscere e che possono contribuire allo sviluppo e il miglioramento della nostra consapevolezza, beh al caro Mark Passio…. non gli si può dar tutti i torti.

La celebre attrice Sharon Stone racconta della sua esperienza di premorte in questo video.

di Marco Valvo

 

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